Non esiste innovazione se i benefici delle nuove tecnologie non sono per tutti: lo affermava Henry Ford in un famoso motto diventato ormai aforisma e passato alla storia.
Lo stesso pensiero che abbiamo avuto il piacere di condividere con Fjona Cakalli, giovane blogger e web influencer nel settore tech/geek/gamer: ragazza di origine albanese, arrivata in Italia all’età di 4 anni, studiosa e appassionata di tecnologia e videogames, che si è inventata un blog fuori dagli schemi che vi invitiamo a visitare. Una passione che negli anni si è trasformata in una realtà consolidata, punto di riferimento per molti utenti che trovano in Tech Princess uno strumento unico, semplice e divertente per capire, ma soprattutto utilizzare, la tecnologia applicata alla vita quotidiana.
Ciao Fjona, quando è iniziata la tua passione per la tecnologia?
Fin da piccola i miei genitori mi hanno molto incoraggiata ad avvicinarmi al mondo della tecnologia e soprattutto all’utilizzo dei videogiochi. Lo consideravano innanzitutto un modo per stare insieme in famiglia per condividere un momento di divertimento tutti insieme: giocavano anche loro! In più intuivano il valore istruttivo di alcuni videogiochi, nel trovare tutte le vie possibile per arrivare ad una soluzione, pensare e adottare strategie differenti, imparare a utilizzare il gioco di squadra per perseguire gli obiettivi di gioco, insomma utilizzare il cervello e condividere pensieri ed emozioni con gli altri. Mi considero molto fortunata ad essere stata incoraggiata in questo modo: certi genitori non vogliono che i propri figli utilizzino i videogiochi perché non conosco l’argomento, spesso ne sono spaventati, e non ne colgono il potenziale valore educativo. Se solo provassero a mettersi accanto ai loro figli e giocare insieme a loro…
Come nasce TechPrincess?
Da questa mia iniziale passione ho deciso di aprire un blog personale di videogiochi nel 2010 dove recensivo e fornivo le mie prime opinioni. Con il passare del tempo ci siamo strutturati e sono nate molte collaborazioni sviluppate anche tramite internet: in questo senso il web diventa uno strumento incredibile per costruire relazioni lavorative ma soprattutto umane.
Quali sono le motivazioni dietro a Tech Princess?
Oggi TechPrincess è un portale che tratta in modo allargato il tema della tecnologia al servizio di tutti: cerchiamo di utilizzare, senza mai banalizzare, un linguaggio semplice e intuitivo che possa avvicinare anche chi è meno avvezzo all’uso della tecnologia. L’intento è di non escludere nessuno, cercando di liberarci dai tecnicismi. In TechPrincess siamo tutte donne ma il nostro pubblico è molto eterogeneo: ci seguono giovani ma soprattutto famiglie che vogliono saperne di più su nuovi prodotti in uscita e dell’impatto che questi posso avere sulla loro vita quotidiana.
Quale ritieni sia quindi il rapporto odierno con la tecnologia della gente comune?
C’è un certo pregiudizio di fondo rispetto al tema che nasce dal fatto che le persone non sono stimolate a scoprire: conoscere diventa invece un modo per aver meno paura del cambiamento tecnologico in atto, per acquisire la consapevolezza che la tecnologia è uno strumento irrinunciabile, un vantaggio, un sostegno per il lavoro, le amicizie, i rapporti sociali e non un ostacolo. Questa è la missione di Tech Princess anche se c’è ancora molto da fare a riguardo…
Recupero la metafora dei videogiochi: basta sedersi accanto a tuo figlio per scoprire che quel mondo che ti faceva tanto paura in realtà è un’occasione incredibile di apprendimento.
A proposito di tecnologia applicata alla vita quotidiana, cosa pensi di securWoman?
L’idea mi piace molto, e mi incuriosisce per i possibili sviluppi futuri che potrebbero nascere con l’avanzare del progresso tecnologico. Anche qui ritengo sia molto importante l’aspetto informativo: far comprendere alla donne che strumenti come questo servono sia a livello pratico per sentirsi più sicure ma allo stesso tempo servono a far riflettere in modo costante rispetto al rapporto tra noi donne e la nostra percezione di sicurezza in questa società e il ruolo possibile della tecnologia a supporto.