“Ni una menos”, neanche una in meno, è lo slogan utilizzato da un gruppo di giornaliste da un testo di Susana Chavez (“Ni una mujer menos, ni una muerta más”), poeta ed attivista messicana uccisa nel 2011 per aver denunciato i crimini e le violenze di genere contro le donne messicane. Questo l’hashtag che ha fatto il giro del web fino a rendere capillare una mobilitazione che è sfociata in piazza a Buenos Aires, con centinaia di migliaia di persone presenti.
Al centro, la condanna della società civile del femminicidio sempre più frequenti riportati dalla cronaca. Ultima la vicenda di una ragazza di quattordici anni uccisa a pugni dal fidanzato e seppellita in giardino con l’aiuto dei genitori di lui. Nel paese sono 277 le donne uccise per mano di un uomo – una ogni 30 ore – nella maggior parte dei casi mariti, ex, amanti e familiari. A tenere il conto è “La casa del encuentro” tra i promotori della giornata di mobilitazione, un centro nato nel 2003 a Buenos Aires con l’ambizione di elaborare un progetto femminista per i diritti umani di tutte le donne, i bambini e gli adolescenti.