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Quanto è importante per la donna prendersi cura di sé?

Sempre più spesso i mass media, i giornali, internet declamano l’importanza di prendersi cura di se stesse e del proprio corpo.
Ma cosa significa realmente?
Avere cura di sé possiamo intenderlo come un’intenzione della persona ad “accudirsi”, avendo come fine ultimo un benessere sia fisico che mentale. Un po’ come farebbe una madre con il proprio bambino in crescita, pre-occuparsi durante la giornata che vengano soddisfatti non solo i cosiddetti “bisogni primari” (mangiare, dormire etc..), ma anche quelli secondari, “dell’anima” , come li definiva Abraham Maslow nel 1954, quindi il bisogno di sicurezza, di appartenenza, di stima, di auto-realizzazione.
Si tratta non solo di comportamenti atti ad appagare questi bisogni, ma di un approccio verso la vita, che può divenire un vero e proprio stile di vita, che quindi è indipendente dal momento e dalla situazione in cui ci si trova.
Prendersi cura di se stessi dovrebbe costituire un fatto naturale, ma frequentemente ce ne dimentichiamo, privilegiando impegni e scadenze, e trovandoci così, stanchi ed esausti molto facilmente durante le nostre giornate o una volta che arriva il fine settimana.
Potremmo dire che in sostanza che la cura del sé è darsi spazio, sia mentale che fisico ogni giorno.
Dunque trovare lo spazio nel corso della giornata di fare una passeggiata per esempio, pranzare e cenare concedendosi del tempo anche per godersi il momento dedicato all’alimentazione, riempire le pause lavorative in modo costruttivo e soddisfacente, leggendo un libro, organizzando un aperitivo con degli amici, chiamando quelle persone che non riusciamo mai a sentire a causa di tutti gli impegni per fare una buona chiacchierata e magari qualche risata.
Le possibilità di accudirsi sono veramente infinite ed ognuna di noi può sentire e capire cosa la fa stare meglio e cosa l’aiuta a distendere i nervi durante una giornata ricca di impegni e di stress.
Molto spesso la “trappola” in cui si cade è rimandare tutte le attività piacevoli e ricreative nei fine settimana. Che se da un lato è certamente comprensibile, anche per una questione di tempi, dall’altro ci impedisce talvolta di trovare della piacevolezza ogni giorno in ciò che facciamo.
Sempre di più sono le donne che, alle prese tra esigenze familiari e lavorative si “dimenticano” di se stesse, e che sviluppano nel tempo patologie psico-somatiche, ansia e disturbi dell’umore.
Il suggerimento è dunque quello di fermarsi ogni tanto, e ascoltarsi, anche solo per capire se abbiamo bisogno di bere, mangiare, riposarci. E quando possibile di trovare delle alternative alle solite abitudini. Degli esempi?
Per chi lavora vicino casa andare al lavoro in bici o a piedi, per risvegliare il corpo e le sensazioni e non rimanere intrappolati nel nervosismo del traffico e dei parcheggi; fare la pausa pranzo lontano da PC, scrivanie, luoghi “connotati” dal lavoro e uscire all’aria aperta per cambiare non solo luogo, ma stato mentale; concedersi le cosiddette “pause caffé” insieme ai colleghi non parlando di lavoro, ma condividendo interessi.

Caterina Laini

Caterina Laini

Psicologa psicoterapeuta e Psicoanalista di gruppo IIPG. Consulente presso l’ Ospedale Niguarda di Milano per la riabilitazione di pazienti psichiatrici,  svolge attività di prevenzione e cura nell’ambito del gioco d’azzardo patologico.

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